Il Caffè Leon d’Oro: cuore e memoria di Carrara

Il Caffè Leon d’Oro: cuore e memoria di Carrara

Carrara è famosa in tutto il mondo per il suo marmo, ma chi la vive o la visita scopre presto che non è fatta solo di cave e scultori. Il centro storico custodisce luoghi che raccontano la vita quotidiana, la socialità e la memoria della città. Uno di questi è il Caffè Leon d’Oro, affacciato su piazza Alberica: un bar che da oltre un secolo accompagna la comunità e che oggi è gestito con passione dalla famiglia Santucci. Abbiamo intervistato Lucilla, che insieme alla sorella porta avanti questo pezzo di storia cittadina.

Lucilla, partiamo dalle origini. Perché il Leon d’Oro è considerato una bottega storica?
Il locale nasce alla fine dell’800 con il nome di “Fiaschetteria”, in piazza Alberica, la piazza principale di Carrara. Ancora oggi conserva arredi originali, come il bancone in legno con zoccolo in marmo, gli specchi e i dettagli decorativi.
Da oltre trent’anni appartiene alla nostra famiglia, che lo gestisce con amore e attenzione. È un luogo che resiste al tempo: durante il Covid non ci siamo fermate, abbiamo continuato a lavorare grazie all’asporto e alla fiducia dei nostri clienti. Questo dimostra che il Leon d’Oro non è solo un bar, ma un vero punto di riferimento per la città.

Oltre all’architettura, il Leon d’Oro custodisce anche la memoria storica di Carrara…
Sì, sotto il bar ci sono due rifugi antiaerei utilizzati durante la Seconda Guerra Mondiale. Servivano agli abitanti per proteggersi durante i bombardamenti. Sono spazi che oggi ci ricordano quanto questo luogo abbia fatto parte della vita della comunità, non solo nei momenti felici, ma anche in quelli più difficili.

Che ruolo ha oggi il bar nella vita quotidiana di Carrara?
Durante l’anno serviamo principalmente i carrarini: colazioni, pranzi veloci, merende. In estate, con l’arrivo dei turisti, e in inverno con la clientela abituale, il bar resta aperto anche per aperitivi e dopocena. È un vero salotto a cielo aperto, dove si incontrano residenti e visitatori.

Chi porta avanti questa tradizione?
Siamo uno staff tutto al femminile. La nostra forza è l’energia e l’accoglienza che offriamo ai clienti. Ogni cinque o sei anni rinnoviamo il locale, perché vogliamo mantenerlo sempre vivo e attuale senza perdere la sua identità storica.

Avete un aneddoto curioso legato al bar?
Durante l’ultima ristrutturazione abbiamo inserito uno specchio in sala. Un cliente anziano, non di Carrara, si è lamentato dicendo che lo specchio ingannava, perché sembrava ci fosse un’altra stanza. Poi ha aggiunto: “Mi sono avvicinato e ho visto un signore bellissimo… e ho capito che ero io!”. Una battuta che ci ha fatto sorridere e che racconta bene l’atmosfera che si respira qui.

Anche le bevande raccontano una certa attenzione alla pausa quotidiana. Cosa proponete oltre al caffè tradizionale?
Siamo molto contente della collaborazione con Pausa: il nostro ginseng e l’orzo sono tra i prodotti più apprezzati. Il ginseng è molto richiesto dalla tarda mattinata, verso le 11, mentre l’orzo è spesso scelto anche nella versione cappuccino. Piccoli dettagli che rendono speciale la pausa dei nostri clienti.

Guardando al futuro, quali sono i vostri progetti?
Vorremmo recuperare le due stanze del rifugio antiaereo sotto il locale e trasformarle in spazi da dedicare ai clienti. Sarebbe un modo per ampliare l’offerta e, allo stesso tempo, valorizzare un patrimonio storico importante per la città.


Il Leon d’Oro non è soltanto un bar: è un tassello della storia di Carrara, un intreccio di architettura, memoria e socialità che continua a vivere ogni giorno.